Matteo Renzi alla direzione de Il Riformista rivela il suo uso personalistico del giornalismo

Un annuncio che ha avuto un forte riverbero all’interno del dibattito politico italiano, ma che sembra non aver trovato spazio all’interno delle pagine dei restanti organi d’informazione nazionale.

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Il 5 aprile 2023, Matteo Renzi ha annunciato di aver accettato il ruolo di nuovo direttore del quotidiano Il Riformista, a partire dal 5 maggio successivo, pur non rinunciando al suo ruolo di parlamentare. Il leader di Italia Viva ha sostituito il precedente direttore Piero Sansonetti, passato alla direzione dell’Unità, sempre di proprietà del Gruppo Romeo Editore.

Un annuncio che ha avuto delle conseguenze politiche estremamente rilevanti. Già il 6 aprile, Carlo Calenda, nel pieno del processo costitutivo del Terzo Polo, nella trasmissione Tagadà de La7 aveva lamentato lo scarso preavviso con cui era stato avvertito dal leader di IV di questa sua decisione, sottolineando come il Riformista non sarebbe dovuto diventare l’organo d’informazione del futuro Terzo Polo.

Una vicenda che, unita alle difficoltà nella strutturazione del congresso fondativo del Terzo Polo, ha giocato un ruolo importante nella rottura tra Italia Viva e Azione, come confermato da voci interne a Italia Viva allo scoppio della crisi fra i due partiti. Ancora oggi, la direzione della testata da parte di Renzi è duramente contestata dal leader di Azione.

Dopo poche settimane di direzione Renzi, i timori legati al suo uso personalistico del Riformista si sono rivelati fondati: infatti sono già numerosi i veri e propri attacchi portati avanti dal quotidiano verso alcuni personaggi pubblici, primi su tutti il direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e il conduttore del programma televisivo Report (Rai 3), Sigfrido Ranucci.

I dissidi tra Renzi e Ranucci risalgono alla famosa “questione Autogrill”: un’inchiesta che indagava sui rapporti tra il senatore fiorentino e l’agente segreto Marco Mancini, per la quale l’ex premier ha attaccato ripetutamente il programma. Il 24 Maggio il Riformista ha pubblicato le foto di un incontro tra Ranucci e Valter Lavitola, imprenditore piuttosto discusso, dichiarando candidamente una sorta di “vendetta” per il caso dell’Autogrill. 

L’antipatia per Travaglio invece ha ragioni sia politiche che personali: i due non si sono mai risparmiati attacchi diretti e la musica non è cambiata con l’arrivo di Renzi al Riformista, anzi proseguono con tanto di titoli al veleno. Renzi attacca Travaglio per le sue condanne (anche per diffamazione nei confronti di Tiziano Renzi, padre del leader di IV), mentre il Fatto ricambia con l’elenco dei processi in cui Renzi è indagato. Oltre ai noti rapporti di Renzi con il principe saudita Bin Salman, mandante dell’assasinio del giornalista dissidente Khashoggi.

Davanti a una situazione del genere, però, i media italiani sembrano ignorare la questione, limitandosi a parlare di Renzi e del Riformista in relazione alle questioni politiche legate alla separazione tra Azione e Italia Viva. D’altro canto l’imposizione di linee editoriali piuttosto rigide è un fenomeno comune nel panorama editoriale italiano, il che rende più difficile per molti giornali affrontare la tematica.

Lo spostamento apparente di un oggetto causato da un cambiamento di posizione dell’osservatore è un effetto ottico noto come parallasse. Parallasse è anche il nome della rassegna stampa critica di Scomodo. Attraverso questo concetto vogliamo descrivere il relativismo nelle interpretazioni dei fatti che caratterizza l’industria dei media in Italia. Commistioni politiche e partigianerie, rivalità fra editori, influenze degli inserzionisti. Ogni settimana proveremo a raccontarvi la genesi di una notizia, nel contesto della crisi strutturale del giornalismo italiano.

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