

Il quotidiano La Verità ha dedicato ampio spazio nella giornata del 12 luglio ad un attacco diretto a Repubblica e il suo editore, il gruppo Exor, per aver rilanciato nei giorni precedenti uno studio della rivista Nature sul numero di vittime causate dal caldo in Europa nel 2022. Al giornale di proprietà della famiglia Agnelli viene contestato il lancio di una «campagna terrorizzante sui cambiamenti climatici»: campagna voluta dalla stessa Exor, nella visione del giornale di Belpietro, visti gli ingenti investimenti nel settore green degli ultimi anni.
L’articolo di Belpietro è solo l’ultimo esempio della nuova linea editoriale lanciata dalla testata negli ultimi mesi, che ha fatto del negazionismo climatico uno dei cardini della propria identità editoriale.

La Verità non è nuova ad abbracciare e rilanciare simili posizioni, anche scadendo nel puro antiscientismo.
Durante il periodo pandemico, il quotidiano di Belpietro è stato il punto di riferimento nel panorama giornalistico nazionale per il movimento no-vax, con una linea editoriale incentrata su una posizione polemica e negazionista, tanto sui vaccini contro il COVID-19 quanto sulle limitazioni imposte dal Governo italiano, come il Green Pass.

Questa strategia editoriale si è rivelata vincente: osservando i dati rilasciati dal sito ADS sulle vendite dei quotidiani italiani nel 2022, emerge come il quotidiano di Belpietro abbia aumentato il numero di copie vendute del 26% rispetto all’anno precedente. Risultati che hanno permesso a La Verità di ottenere il titolo di quotidiano a maggior diffusione nel panorama della destra giornalistica italiana, superando sia Il Giornale che Libero.
Ben differenti sono i dati di vendita per il 2023. Rispetto all’anno precedente, prendendo in considerazione il mese di aprile, La Verità è il giornale maggiormente in perdita del panorama informativo italiano. Un crollo del 17%, calcolato dalla newsletter Charlie de Il Post sulla base della reale diffusione dei quotidiani nazionali (non considerando copie gratuite, scontate a più del 70% o acquistate da terzi). Questa flessione è coincisa con la fine dell’emergenza sanitaria per la pandemia e la scomparsa del COVID-19 dal dibattito politico e pubblico italiano.

È infatti in questo periodo che osserviamo il riposizionamento de La Verità nel tentativo di rimanere rilevante per l’opinione pubblica. Con l’uscita di scena del governo Draghi, l’arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e la pandemia che già a settembre 2022 sembrava essere finalmente alle nostre spalle, il giornale di Belpietro deve trovare un nuovo punto focale su cui riversare le sue polemiche; criticare il governo, ora che a governare c’è la destra, non avrebbe senso. Per poco tempo rimane sui vaccini e sulle politiche dell’ormai defunto governo Draghi, con una particolare e morbosa attenzione rivolta all’ex Ministro della Salute Roberto Speranza.

È in questo periodo, con i dati di vendita che non premiano l’ostinazione di Belpietro sul tema, che si decide di cambiare argomento: si inizia a parlare di cambiamento climatico, molto spesso per negarne l’esistenza. Talvolta La Verità concede che esista, salvo smentire che sia causato dall’uomo. La Verità sosterrebbe la teoria, già vista negli USA presso le frange estremiste vicine all’ex presidente Donald Trump, per cui il cambiamento climatico sarebbe un’invenzione di alcune aziende che sperano di trarre profitto creando un allarmismo ingiustificato.

Sarà il tempo a mostrare se questa nuova crociata de La Verità premierà a livello di vendite, anche se i sondaggi più recenti lasciano quantomeno qualche dubbio: un recente studio di Maurizio Ferrera per la Fondazione Lottomatica rivela che a negare il cambiamento climatico in Italia sia solo il 2% della popolazione, mentre un 10% sosterrebbe che la causa non sia da trovare nell’attività umana.
Lo spostamento apparente di un oggetto causato da un cambiamento di posizione dell’osservatore è un effetto ottico noto come parallasse. Parallasse è anche il nome della rassegna stampa critica di Scomodo. Attraverso questo concetto vogliamo descrivere il relativismo nelle interpretazioni dei fatti che m caratterizza l’industria dei media in Italia. Commistioni politiche e partigianerie, rivalità fra editori, influenze degli inserzionisti. Ogni settimana proveremo a raccontarvi la genesi di una notizia, nel contesto della crisi strutturale del giornalismo italiano.