I quotidiani italiani si dividono sul caso Santanchè

Il 19 giugno la trasmissione di Rai3, Report, ha mandato in onda un’inchiesta sulle aziende guidate da Daniela Santanchè, senatrice e Ministra del Turismo del Governo Meloni. La vicenda arriva sui quotidiani dopo qualche giorno, polarizzando inevitabilmente il dibattito.

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«Bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione e ditte del tanto celebrato Made In Italy messe in difficoltà, o addirittura strozzate, dal mancato saldo delle forniture. Mentre le sue imprese crollavano, Daniela Santanché e il suo socio, l’ex compagno Canio Mazzaro, si assegnavano compensi e benefit sproporzionati». Così il Corriere della Sera rilancia l’inchiesta di Report, nonostante dall’inizio del Governo Meloni il quotidiano di Urbano Cairo sia sempre stato meno critico verso l’esecutivo.

Come ne parlano a destra

I giornali di destra si schierano apertamente dalla parte di Santanchè. Il Giornale solleva dei dubbi sull’attendibilità delle accuse parlando di «una cascata di nomi a effetto, suggestioni, collegamenti tridimensionali». Libero parla di «ricasco politico», concentrandosi principalmente sulla reazione dei partiti d’opposizione all’inchiesta. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti prova a spostare il dibattito evidenziando che dalla vicenda non emerge «alcun giudizio negativo sull’operato del ministro del Turismo Santanchè». Secondo il Tempo, l’inchiesta sarebbe stata «portata avanti con alcune presunte ombre che, da sinistra, sono state enfatizzate ad arte».

Una reazione diversa è quella de Il Fatto Quotidiano, per cui l’inchiesta di Report non sembra rappresentare una novità: le vicende «sono note ai lettori del Fatto e al centro di numerosi articoli pubblicati a partire dalla fine di ottobre del 2022». In effetti già da luglio del 2022 anche Dossier di MilanoToday trattava l’affaire Visibilia, titolando: «I soci alla Santanchè: che fine hanno fatto gli 8 milioni di Visibilia?». All’epoca non ci furono grandi reazioni, né da parte della politica né dell’informazione.

Il Fatto ha criticato il direttore de Il Riformista  Matteo Renzi per aver parlato poco del caso Santanchè, sottolineando come anche « i parlamentari di Italia Viva, quando hanno rotto il silenzio sulla vicenda, l’hanno fatto indossando i guanti di velluto». Infatti, il quotidiano diretto da Marco Travaglio, storico antagonista dell’ex premier Renzi, fa notare come Visibilia, la società fondata da Santanchè, sia la concessionaria esclusiva per la raccolta di pubblicità del Riformista. Il giornale dell’imprenditore Alfredo Romeo difende la ministra parlando di «schiaffo a giustizialisti e alleati» in merito alla decisione di riferire in Parlamento il 5 luglio.

Il Sole 24 Ore ha riportato le posizioni del governo, per bocca del vicepresidente vicario dei deputati di FI Raffaele Nevi, ospite della trasmissione Agorà: «Il Pd ha scelto di tornare sulla via del giustizialismo. La questione che riguarda il ministro Santanchè è relativa alla sua attività privata risalente ad anni fa, abbiamo già avuto tante volte la dimostrazione che queste inchieste giornalistiche, finiscono in assoluzioni piene». Il Giornale ricorda che «gran parte delle accuse riguardano Ki Group, di cui Santanchè è stata nel passato presidente ma in cui ha sempre avuto partecipazioni modestissime, nell’ordine del 3 per cento. Così la sinistra si butta sull’ultimo presunto scandalo».

In merito al profilo giuridico la Repubblica cita due procedimenti giudiziari in corso, in sede civile e presso la procura di Milano, che mettono nel mirino Visibilia editore durante la gestione dell’imprenditrice ‘’prestata alla politica’’, Daniela Santanchè. «Nel procedimento civile la procura guidata da Marcello Viola, che lo scorso novembre ha aperto un fascicolo per falso in bilancio coinvolgendo anche la ministra, ha consegnato nuove relazioni tecniche sulla gestione allegra della società, svuotata negli ultimi anni esattamente come un’altra SPA gestita dalla Santanchè, Ki Group. Due aziende floride finite sul lastrico, anche se ancora attive».

Il Domani riporta i passaggi cruciali dell’inchiesta di Report, evidenziando anche alcuni elementi che potrebbero ridimensionare la posizione della ministra Santanché. Viene riportato che «Ki Group, che si occupa di alimentare biologico, è stata gestita dalla ministra fino al 2022. Mentre la concessionaria pubblicità Visibilia è stata ceduta a pochi giorni dalla sua nomina nel governo Meloni». Il quotidiano di Emiliano Fittipaldi sottolinea che la ministra si era già difesa, quando al tempo aveva affermato che «Visibilia è una società che ho creato, ma è stata venduta. C’è una cartella esattoriale non pagata e i nuovi soci faranno fronte. Non ci sono reati, non c’è un’ipotesi di reato».

Lo spostamento apparente di un oggetto causato da un cambiamento di posizione dell’osservatore è un effetto ottico noto come parallasse. Parallasse è anche il nome della rassegna stampa critica di Scomodo. Attraverso questo concetto vogliamo descrivere il relativismo nelle interpretazioni dei fatti che caratterizza l’industria dei media in Italia. Commistioni politiche e partigianerie, rivalità fra editori, influenze degli inserzionisti. Ogni settimana proveremo a raccontarvi la genesi di una notizia, nel contesto della crisi strutturale del giornalismo italiano.

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